(Laura, Franci e Gino) – 11 febbraio 2023
Giorni di tramontana e bora avevano spostato e accumulato neve. E il vento freddo della settimana faceva desiderare un pendio a sud con il sole che scalda. Laura si ricorda di aver visto Anna andare in Struška, sopra Jesenice, pochi giorni prima.
C’è il bosco sotto e un mezzo panettone sopra sul lato sloveno. E così alle 8 di mattina siamo nel parcheggio del Dom Pristava con Francesca. Laura ci aspetta in camper con un caffè. Caffè e cantucci e partiamo.
Salendo ci raccontiamo di aver bisogno di una gita leggera, senza pensieri e almeno due curve, tre dai. C’è una forestale che sale dolcemente, passando attraverso un corto pendio con una manovia portatile dove ragazzini si allenano con le prime curve. Continuiamo fino prendere un canale che sale lungo il bosco. Subito ci facciamo attirare dagli alberi e da neve ancora morbida che rende più semplice la salita. Sbuchiamo su un pendio un po’ ghiacciato che risaliamo pensando che se scalderà abbastanza troveremo forse del firn, il primo di questa stagione strana. E’ forse un po’ presto per firn a febbraio appena iniziato? Il pendio si stringe tra gli alberi finisce e riprendiamo la forestale che sale tranquilla fino al rifugio Belska Planina e ci lasciamo portare. Al rifugio soffia un po’ vento da nord, il tempo di un tè caldo e ripartiamo per collinette che gradualmente lasciano intravedere la meta, la cima di Struška, detta Veliki Vrh. I traversi sono scivolosi e serve rimanere in bilico sulle lamine. La pendenza è però tranquilla e anche gli accumuli sono sottili, come una lezione da manuale senza conseguenze. Che belle le lezioni gratuite. Un ragazzo-tutina ci supera in velocità e seguendone la figura arriviamo in cima, proprio sul cippo di confine Austria – Slovenia. Sotto di noi a nord Klagenfurt e la valle del Bärental. Ci giriamo e il Triglav è imponente davanti a noi. Ai lati la piramide della Golica e dalla parte opposta Stol. La temperatura è mite, la neve sulle solette al sole diventa velocemente acqua. Un panino e siamo pronti per le desiderate curve, senza esagerare sulle lamine, la neve è dura e fare rotaia è un attimo.
Dopo Belska Planina siamo sopra il pendio ghiacciato. Avrà mollato? Toccherà provare mentre sotto di noi altri escursionisti salgono con gli sci. E hanno avuto ragione loro ad aspettare. Il sole non ha fatto in tempo ad ammorbidire i cumuli ed è un po’ sopravvivenza scendere. Però Francesca scende elegante e non si ferma nemmeno per una foto. Finito il pendio ci resta il bosco o la forestale. Ma giù la neve è un po’ pesante e bella coesa tra gli alberi. E scivoliamo facili per la strada fino alla vista del parcheggio. E finalmente gli ultimi 20m (!) di discesa sono su vero firn! Due alberi si abbracciano al nostro arrivo. Il Dom Pristava è aperto.
Panca al sole, zuppa di funghi, birra, racconti di Triglav passati e piani per marzo che sta per arrivare con le sue giornate più lunghe.
Struška da Dom Pristava, sviluppo 13.5km, 990+, esposizione sud. Easy peasy e no pensieri fa bene ogni tanto.
Figura 1: Saliamo al sole
Figura 2: ghiacciato, mollerà?
Figura 3: in cerca di neve morbida per salire
Figura 4: vicino Belska Planina
Figura 5: quasi in cima con il Triglav alle spalle
Figura 6: il confine
Figura 7: Stol
Figura 8: testimonial K2 con i bastoncini nuovi
Figura 9: Triglav
Figura 10: si scende!
Figura 11: alberi abbracciati