STAZA SEDAM SLAPOVA – BUZET (HR)

Percorso delle sette cascate – Pinguente (Croazia)

Sabato 11 gennaio 2020

Partecipanti: Davide, Dusty, Roby, Serena, Stefano.

Distanza percorsa: 14,8 km – Dislivello totale: +410 m

Su iniziativa del Reggente CIM, in uno dei rari weekend liberi da impegni agonistici e sociali, è stata organizzata una breve corsa esplorativa lungo uno dei percorsi più caratteristici della vicina Istria, quello cosiddetto “delle sette cascate”, avente origine dalla cittadina di Buzet (Pinguente).

Nonostante numerosi Soci del sodalizio fossero impegnati in attività sulla neve, siamo comunque riusciti ad essere presenti in cinque alla gita: vediamo com’è andata.

Dopo un veloce trasferimento a Buzet lasciamo le auto nel parcheggio in prossimità dei capannoni ex CIMOS, a sud del colle sovrastato dalla cittadina medievale: iniziamo da qui la nostra corsa, imboccando nei pressi del ponte sul fiume Mirna (Quieto) il sentiero che corre lungo l’argine destro del corso d’acqua.

Il centro storico di Buzet sembra galleggiare sulla coltre di nebbia che avvolge il fondovalle ed il luccicare della brina che avvolge la vegetazione al suolo dona al paesaggio circostante un aspetto surreale: dobbiamo percorrere almeno due chilometri prima di riuscire a riscaldarci un po’. Le numerose vasche d’acqua completamente ghiacciate che incontriamo lungo il corso del fiume fugano ogni dubbio su quale sia la temperatura…

Proseguiamo nella nostra corsa e, dopo aver lasciato alla nostra sinistra un’area attrezzata per il fitness, abbandoniamo la carrareccia lungo il corso della Mirna imboccando il sentiero che si inoltra nel “Buzetski kanjon”: qui ha origine il single track che, seguendo nella sua parte iniziale il tratto basso del torrente Draga, si arrampica a lato delle prime tre cascate che incontreremo lungo il percorso. Dopo una sosta nei pressi della prima di esse, con un salto d’acqua di circa cinque metri, riprendiamo la nostra corsa salendo a lato del torrente: la pendenza del sentiero e la fatica aumentano ma i nostri sforzi sono ampiamente ripagati dalla vista di due incantevoli laghetti dalle acque color smeraldo che si stagliano ai nostri piedi contro le bianche pareti di calcare, separati tra loro del secondo salto d’acqua. Saliamo ancora e in breve tempo siamo in vista della Vela Peč, la più grande delle cascate che incontreremo lungo il percorso, alta oltre venticinque metri: dopo alcune foto di rito ripercorriamo a ritroso alcune decine di metri per poi inerpicarci a piedi lungo un tratto di sentiero attrezzato con funi in acciaio e gradini artificiali che ci conduce all’uscita della forra appena percorsa, nei pressi della Mala Peč, la cascata successiva.

Ormai ben più alti del fondovalle e col sole che finalmente splende in cielo ci inoltriamo lungo la carrareccia in lieve discesa che dai piedi dell’abitato di Selca segue il corso alto del torrente Draga fino a portarci, circa un chilometro e mezzo dopo, a scavalcarlo impegnando il “Napoleonov most” (ponte di Napoleone), risalente al XIX secolo.

Proseguiamo quindi in direzione sud-est: il fondo sassoso scompare lasciando spazio a un terreno compatto a tratti cosparso di foglie che ci permette di procedere con un buon ritmo nonostante alcuni tratti in salita. Piacevole la vista di alcuni calanchi che abbiamo modo di ammirare percorrendo i sentieri a monte dell’abitato di Kuhari, che raggiungiamo poco dopo. Obbligatoria qui una foto alla nostra Serena, immortalata (per ovvi motivi) assieme al cartello stradale della località. Si riparte: qualche passo su asfalto, poi giù in discesa per una breve carrareccia dal fondo sconnesso. In pochi minuti siamo a Kotli, grazioso borgo noto per l’antico mulino e per la cascata d’acqua di oltre dieci metri sul corso superiore della Mirna (qui chiamata Rečina).

È il momento giusto per una sosta: la trattoria del paese non è ancora aperta ma il gestore ci permette comunque di accomodarci all’aperto, sotto la tettoia sulla sponda del fiume, e di gustare alcune “Istarsko pivo”. Fortunatamente la chiassosa comitiva di turisti incontrata all’arrivo in paese si allontana lasciandoci godere della quiete del posto: temperatura gradevole, birre fresche e quattro chiacchiere in amicizia permettono a ognuno di noi di dimenticare per un po’ i problemi di ogni giorno ma… il tempo vola ed è già ora di ripartire.

Riprendiamo a correre imboccando lo sterrato che, a lato del fiume e in direzione nord-ovest, ci condurrà verso Buzet, riportandoci al punto di partenza: nonostante si segua la Mirna nel suo scorrere verso valle, il primo tratto di strada si percorre in salita. Ci si alza infatti di diversi metri costringendo tutti ad un ultimo sforzo ma consentendoci di ammirare dall’alto la curiosa alternanza tra pozze congelate e quelle già illuminate dal sole, dove l’acqua scorre limpida creando suggestivi giochi di luce col ghiaccio e la brina.

Superata l’ultima breve salita della giornata inizia la lunga discesa verso valle al termine della quale abbiamo modo di ammirare le ultime due piccole cascate della zona e i relativi laghetti. Il percorso, pur non impegnativo, ci costringe a faticare più del previsto visto il terreno reso molle dall’umidità: superiamo inoltre anche un paio di guadi prima di giungere alle pareti e allo sperone di roccia oltre i quali si apre la piana di Buzet. Un’occhiata veloce agli arrampicatori che si cimentano sulle falesie e via, percorrendo l’argine sinistro della Mirna, nel tratto già affrontato, in senso opposto, a inizio giornata.

Il colle di Buzet col suo borgo storico assieme al ciglione di roccia che si erge a nord-est dell’ampia vallata che abbiamo di fronte fanno da spettacolare sfondo agli ultimi due chilometri della giornata: attraversiamo su di un ponte per l’ultima volta il fiume e velocemente raggiungiamo il parcheggio.

Un saluto all’amico Stefano, che deve purtroppo rientrare a Trieste anzitempo, poi degna conclusione della gita con un pranzo nella vicina “konoba” nei pressi del ponte sulla Mirna.

Bella escursione dunque, lungo un percorso interessante sotto molti aspetti, appagante per la bellezza dei luoghi e mai impegnativo: da ripetere sicuramente anche in altri periodi dell’anno e… sempre in buona compagnia!

di Roberto “Puccio” Puccioni